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Le modulazioni 1

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Le modulazioni 1

scuola di chitarra online Trieste
Le modulazioni (parte prima)

Come abbiamo visto sinora in armonia "classica" la condotta delle parti risulta essere fondamentale, cosa però di diffcile realizzazione nella pratica chitarristica, viste le limitazioni strumentali, in ordine sia all'estensione, sia alla realizzazione di posizioni come l'intervallo di seconda, che mettono a dura prova la tecnica chitarristica. Cosa che non avviene nel pianoforte vista l'estrema facilità armonica che presenta.
Ora risulta chiaro che nelle tonalità vicine l'accordo chiave, cioè quello “modulante” è spesso l'accordo di 7 di dominante della nuova tonalità o quello di 7 diminuita (sopratutto per raggiungere le tonalità minori).
In entrambe i casi gioca un ruolo fondamentale l'intervallo di 5 diminuita che crea quella tensione “modulante” introducendo i suoni caratteristici della nuova tonalità. Ora come sappiamo l'intervallo di 5 Dim o 4 Ecc può risolvere sia aprendosi sia chiudendosi esempio Si Fa finisce o sul Do Mi (chiudendosi) oppure sul Si b Sol b aprendosi.
Inoltre essendo lìaccordo di 7 di dominante comune sia per la tonalità maggiore sia per quella minore, potremmo andare in quattro tonalità diverse partendo dal Sol7 sia in Do magg o min sia in Sol b magg o min.
Oltre a ciò considerando l'uso dell'accordo di 7 diminuita (tipico della tonalità minore) esso presenta due intervalli di 5Dim che ci porteranno al raggiungimento di ben 8 tonalità diverse 4 maggiori e 4 minori. Tutte ad un semitono da ogni nota costituente l'accordo stesso, in quanto ognuna sensibile della nuova tonalità. Ad esempio l'accordo di Si 7 dim è costituito da Si Re Fa Lab e ci porterà in Do magg o min
Fa# magg o min
La magg o min
Mib magg o min
o le loro relative tonalità enarmoniche cioè Si# + - Re# +- Solb +-
Il resto della successione armonica di solito usa i gruppi di Tonica, Sottodominante, Dominate, Tonica, con attenzione a quello che è il ritmo armonico che ci porterà a cadere con l'accordo di tonica della nuova tonalità su un movimento “forte” e spesso diviso da un numero pari di battute. Esempio I V I II V I (grado) che in musica Jazz di solito questo è ridotto al solo II V I .
Quindi imparando sulla chitarra la sola parte modulante combinata con un giro armonico (nelle differenti tonalità), questo darà origine a molteplici modulazioni.
Ora se questo dal punto di vista armonico risulta abbastanza semplice per le tonalità relative, cioè partendo dal Do+ (La- Sol + Mi – Fa + Re -) oppure dal La – (Do+ Mi – Sol+ Re- Fa+)
Cioè le tonalità che rispetto quella di partenza distano soltanto un'alterazione in chiave (comprese le relative maggiori o minori), per le altre, la cosa non sarà così semplice, perchè le note caratteristiche risulteranno “dure” e quindi dovranno essere preparate con vari sistemi. Ma questo lo vedremmo in una sezione successiva. Ancora (pur con le limitazioni chitarristiche) cercheremo di usare posizioni d'accordi dove le note comuni vengono mantenute in posizione e non prese di salto. (in questo consiste l'arte di suonare muovendo il meno possibile). Per fare ciò dovremmo imparare tutte le posizioni possibili in rivolto per i nostri accordi. Lo faremo cercando d'evitare posizioni con corde a vuoto che quindi non saranno trasportabili sulla tastiera. Inizieremo dagli accordi di 7 di dominante e 7 diminuita nella prossima sezione.



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